La resistività è una caratteristica fondamentale dei materiali polimerici e permette di determinare diverse proprietà:
i) la rigidità dielettrica di un materiale isolante, definita come il valore limite di campo elettrico oltre il quale si produce una conduzione di elettricità (scarica elettrica) attraverso il materiale polimerico con proprietà dielettriche;
ii) il fattore di dissipazione, utilizzato per valutare ad esempio le perdite dielettriche dei cavi;
iii) la continuità meccanica;
iv) il contenuto di umidità;
v) la conducibilità elettrica di materiali plastici conduttivi, caricati con nanotubi di carbonio, grafene e nero fumo conduttivo al fine di ridurre le cariche elettrostatiche superficiali.
Nel Sistema Internazionale, la resistività di volume è numericamente uguale alla resistenza in corrente continua tra le facce opposte di un materiale con volume pari a un metro cubo (espressa in Ohm·cm).
La resistività superficiale è invece la resistenza opposta al passaggio di corrente lungo la superficie del materiale, ed è indipendente dalle dimensioni fisiche del campione (espressa in Ohm).
Nello specifico, le misure di resistività di volume e superficie vengono condotte in conformità alle norme ASTM D-257 e IEC 60093 per i materiali isolanti, e ISO 3915 per i materiali conduttivi, impiegando un elettrometro Keithley 6517A e una cella per misure di resistività Keithley 6105.
Il metodo prevede l’applicazione di una tensione nota V, e la misura della corrente elettrica I risultante dopo un periodo di elettrificazione di 60 secondi. Lo strumento calcola quindi la resistenza R applicando la legge di Ohm (R = V/I), e la resistività ρ, determinata in base alla geometria dei provini e alla temperatura di prova.
Per i test si utilizzano generalmente lastrine di dimensioni 100x100 mm di spessore 3 mm. Mentre le tensioni applicate vanno da 1 V per materiali conduttivi, fino a 500 V per materiali isolanti.